martedì 27 ottobre 2009



Quella marcia che ancora divide gli storici
Pubblicato da admin in Opinione il 26 ottobre 2009
“OCCIDENTE”, un numero speciale monografico sulla Marcia su Roma. Questo il “preambolo” di Guido Virzì :La “Marcia su Roma” del 1922, che segnò la mossa finale e vincente di Mussolini e del movimento fascista per la conquista dello Stato, è uno di quegli eventi su cui ancora oggi storiografi e docenti si trovano in imbarazzo perché, nelle sue forme e nei suoi esiti è un Evento che non riescono bene né a comprendere, né a spiegare.Uno dei pochi che ci arrivò vicino fu lo storico Renzo De Felice; ma oggi in molti preferiscono far finta di niente. Si ritorna a parlare di “grande bluff”, di “connivenza del Re”, di “complicità nell’Esercito”, di “antifascismo colto di sorpresa”…Senza valutare che se un bluff “funziona” significa che l’avversario non ha gioco in mano ed è sfiduciato, timoroso, che non si sente all’altezza dello scontro.Cerchiamo di inquadrare: il fatto è che Mussolini gettò sul tavolo da gioco un Jolly che non s’era visto mai.. Mostrò forza senza usarla. Non una “manifestazione”, non una “sedizione” o una serie di “incidenti”. Ma un convergere massiccio di ex soldati in armi guidato da eroi di guerra, parlamentari, pluridecorati sulla Capitale per “chiedere”, per imporre un “cambio di registro” a fronte d’una Italia nel caos, in crisi economica e con una sinistra che giocava continuamente alla guerriglia,quanto bastava per intimorire o indignare, ma quanto NON bastava per vincere la partita né sul piano del consenso democratico e parlamentare, né su quello del dominio delle piazze.
S’è detto e s’è scritto mille volte, ed è un’immagine perfetta, che Mussolini, allora “calò” l’Asso di Bastoni;Ma fu un Asso di Bastoni assolutamente vincente perché Mussolini INVENTO’ una mossa assolutamente inedita e pensabile solo in quelle particolarissime circostanze storiche. Non una sfilata di reduci, non una semplice adunata attorno ad un vecchio capo militare (in Germania lo “Stalhelm” -elmo d’acciaio- aveva realizzato formidabili raduni paramilitari attorno ad Hindenburg -senza effetto). Ne fu solo una marcia”simbolica”, chè i fascisti entrarono a Roma IN ARMI, con la Capitale circondata da cavalli di frisia e filo spinato e con vari reparti del Regio Esercito in assetto da guerra. Oggi molti storici di sinistra ,da autentici sciocchi, si divertono a sostenere che “con quattro schioppettate” le colonne fasciste sarebbero state respinte e disperse. Come facciano a “saperlo” resta un mistero .Sicuro è invece che l’Esercito era pieno di nazionalisti e fascisti. E’ sicuro che avrebbero aperto il fuoco contro i loro commilitoni, contro i loro “fratelli nel sangue” ?Mussolini valutò esattamente la portata del rischio ,per tutti, ed indovinò esattamente come, gli Altri, di fronte al suo gesto sarebbero rimasti senza coordinate e privi di qualunque contromossa efficace. Spiazzati. Sì , la vecchia Italia liberale era una “pera decotta”, le precondizioni c’erano tutte. Ma Mussolini fu assolutamente un Genio politico. Perché INVENTO’ di sana pianta la sua arma vincente.E la usò con maestria (non basta avere carte buone per vincere una partita).E scrivendo la prima di tante pagine di storia che ,ancor oggi, che piaccia o no, sono ancora al centro del dibattito politico in pieno XXI secolo. Nessun argomento è straripante di bibliografia come il Movimento risultato vincente quel 28 Ottobre 1922. Nessuna via “liquidatoria” ,specie se sommaria, è decentemente percorribile ; si può pensarla come si vuole, ma occorre entrare nel merito. Capire, trarre lezioni, discernere. Non per fare “Apologia”, ma nemmeno interessata “Demonizzazione”.

martedì 20 ottobre 2009

<<…….la crisi è penetrata così profondamente nel sistema che è diventata una crisi del sistema.(…) Oggi possiamo affermare che il modo di produzione capitalistica è superato e con esso la teoria del liberismo economico che l’ha illustrato ed apologizzato. Le stesse dimensioni dell’impresa superano la possibilità dell’uomo; prima era lo spirito che aveva dominato la materia, ora è la materia che piega e soggioga lo spirito. Giunto a questa fase il supercapitalismo trae la sua giustificazione da questa utopia: l’utopia dei consumi illimitati. L’ideale del supercapitalismo sarebbe la standardizzazione del genere umano dalla culla alla bara. Il supercapitalismo vorrebbe che tutti gli uomini nascessero della stessa lunghezza, in modo che si potessero fare delle culle standardizzate; vorrebbe che i bambini desiderassero gli stessi giocattoli, che gli uomini andassero vestiti della stessa divisa, che leggessero tutti lo stesso libro(….) Oggi noi seppelliamo il liberismo economico. Noi abbiamo respinto la teoria dell’uomo economico, la teoria liberale, e ci siamo inalberati tutte le volte che abbiamo sentito dire che il lavoro è una merce. L’uomo economico non esiste, esiste l’Uomo integrale che è politico, che è economico, che è religioso che è guerriero.>>
Benito Mussolini, scritti da “Dottrina del Fascismo”,14- X1- 1933, vol. V111, pag.259 sgg.

domenica 4 ottobre 2009